“Musica contro il crimine” è il nome di un
esperimento adoperato dalla città statunitense del Minnesota, Minneapolis, la
quale ha deciso di “animare” le stazioni e le metropolitane con le sinfonie di
Beethoven, Mozart, Bach, Handel e Strauss.
Su questo esempio, anche Londra – dal 2010 – a seguito di un
progetto- pilota già sperimentato nel 2003 – adopera la trasmissione di brani
di musica classica attraverso autoparlanti disposti nei luoghi in cui si era
registrato sino a quel momento un alto tasso di criminalità: dopo diciotto mesi
dalla data di inzio dell'esperimento i furti registrati hanno visto un
abbassamento dell'incidenza di un terzo, mentre la curva delle aggressioni
registrate nei confronti dello staff dei trasporti pubblici è diminuita del
37%.
Gli esperti in musicologia e psicologia hanno fornito una
spiegazione al fenomeno affermando come la musica agesce nei confronti della
mente umana e ne condiziona il comportamento dell'agente. I risultati incoraggianti
son stati presi da esempio in molti Paesi del mondo dove, in alcuni luoghi, la
criminalità risulta maggiomente concentrata: è questo il caso di alcune
periferie delle città metropolitane.
La cronaca, negli anni, ha portato all'attenzione pubblica casi
che hanno visto una correlazione tra alcuni sottogeneri musicali e la
criminalità: è questo il caso di interesse internazionale che ha riguardato
direttamente dei giovani musicisti di una band del panorama metal scandinavo,
conosciuti con il nome “Lords of Chaos”.
Il movimento, denominato dal gergo giornalistico “Black
Metal Mafia” o “Organizzazione criminale di Oslo” ha attirato un'attenzione dei media non
indifferente: proprio al civico 56 di via Schweigaards gate a Oslo – dove attualmente si trova lo
store Neseblod Records - agli inizi degli anni ’90 sorgeva “Helvete”, un
negozio di dischi gestito dal leader della band Mayhem, Euronymous, che, per
meglio sfruttare i metraggi dei locali commerciali decise di mettere a
disposizione un’area degli stessi al fine di organizzare dei veri e propri
raduni a cui partecipavano ragazzi poco più che adolescenti, con la passione
per lo stesso genere musicale; questi, bene presto, divennero membri dell’
Inner Circle, un'organizzazione che agiva ai limiti della legalità e,
talvolta, contra legem. Omicidi, suicidi, incendi dolosi ad antichi edifici
religiosi e profanazione di luoghi legati al culto cattolico erano i reati a
essi imputati: nel 1992 si contarono oltre 15.000 tombe profanate, le cui
reliquie divennero arredi-trofeo di Helvete e 52 incendi dolosi ai danni delle
Stavkirke – edifici destinati al culto, caratterizzate da decorazioni
richiamanti temi tipicamente pagani; nel 1992, Varg Vikernest – leader della
band Black Metal, Burzum e assassino di Ostein “Euronymous” Aarset, nonché
inventore del gioco di ruolo “Mytic Fantasy Role-Playing Game” – diede alle
fiamme la Fantoft Stavkirke, edificata nel 1150 e situata a Fortun, un
villaggio di origini medievali non distante da Bergen.
Un movimento legato alla deviante subcultura giovanile farà
in modo che i reati compiuti dai cosiddetti “signori del chaos” di Helvete
saranno etichettati e categorizzati come “satanismo acido”.
Questi fatti diedero vita a uns vera e propria “teoria
dell'etichettamento” dettata da un “luogo comune” alla quale neppure i giudici
di West Memphis (Arkansas) riuscirono a sottrarsi quando lessero il verdetto di
colpevolezza dei tre giovani ragazzi accusati di essere gli assassini di tre
infanti scomparsi il 5 maggio 1993.
I protagonisti di questa tragica vicenda - che, oltre ogni
ragionevole dubbio, non conosce ancora il nome del reale colpevole – sono
Damien Echols, Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin accusati dell'omicidio di
tre bambini di otto anni: Christopher Byers, Stevie Branch e Michael Moore.
Questo è un caso “burattinato” dal pregiudizio verso coloro
che, in quanto appassionati di musica heavy metal, furono definiti “assassini”
e “socialmente pericolosi” dalla Corte che condannò Jessie Misskelley Jr. e
Jason Baldwin a scontare una pena detentiva e Damian Echols alla pena di morte
per l'omicidio dei bambini i cui corpi furono ritrovati senza vita in un
torrente situato nel Robin Hood Parker, area poi rinominata dal gergo
giornalistico, “Tana del Diavolo”.
Il caso di West Memphis fu, tuttavia, riaperto nel 2007
quando gli avvocati di Echols depositarono un memoriale per evidenziare che,
sulla base degli esami del DNA, il materiale genetico recuperato dalla scena
del crimine non era attribuibile ai tre detenuti; al deposito di questo materiale
seguì la richiesta di habeas corpus delineante le nuove prove che portarono
alla luce una diversa verità dei fatti: secondo i difensori di Echoels, le
tracce rinvenute sarebbero appartenute a Terry Hobbs, patrigno di una delle tre
piccole vittime che, sin dall’inizio delle indagini, risultò correlato al caso.
Il contribuito di Johnny Depp, Winona Ryder, Eddie Vedder e
altre star di Hollywood – da sempre dubbiosi sul verdetto di colpevolezza a
carico dei tre di West Memphis – è stato decisivo per la riapertura del caso.
“Oltre ogni ragionevole dubbio”, è il sottotitolo
provacatorio al film “The Devil’s Knot”, diretto da Atom Egoyan e ispirato alla
vicenda processuale dei tre ragazzi di West Memphis, attualmente liberi ma
ritenuti - agli occhi della legge - ancora colpevoli allo scopo di evitare ai
protagonisti di questo noto caso di cronaca, di intentare una causa giudiziale,
assai onerosa, contro lo Stato.
Nei casi riportati all'attenzione si può notare come musica
e devianza possano essere, talvolta, correlati tra loro.
La musica, come veicolo di messaggi “oscuri”, è stata,
spesso, coinvolta in fatti di crinoca di particolare rilevanza. Di essa si è
parlato sin da quando, nel 1957. il giornalista e sociologo Vance Packard - a
seguito di alcuni studi condotti sulla società - pubblicò una delle sue opere
maggiori: “The Hidden Persuaders”, noto in Italia con il nome “Persuasori
occulti” (Einaudi Editore); in questo studio il giornalista americano metteva
sotto i riflettori la pubblicità, analizzata dallo sgurado prospettico della
psichiatria e delle scienze sociali. Non decorse molto tempo che, allo stesso
modo, l'agente pubblicitario James Vicary rese noti i suoi studi condotti sugli
avventori del cinema relativo al consumo di determinati alimenti all'interno
delle sale di proiezione; le osservazioni di Vicary ed i studi sul
condizionamento, a quei tempi, suscitarono rilevanti interessi per le agenzie
pubblicitarie e molti furono i consulenti del settore che ne vollero seguire
l'esempio. Tuttavia ciò non riguardò solo il cinema ed il mondo pubblicitario
ma, questi studi avaguardisti, resero protagonista la musica: moltissimi furono
i musicisti accusati di adoperare, nelle loro canzoni, messaggi subliminali che
incitavano all'odio, al suicidio o alla criminalità.
Molto delicata appare la questione riguardante le frequenze
d'onda percepite dall'organo sensoriale uditivo e l'immediata rielaborazione
celebrale che ne deriva: a tal proposito, oggetto di studio e discussione è
stata la musica quando, negli anni Novanta del secolo scorso, i membri della
band metal Judas Priest sedettero al banco degli imputati con l'accusa di aver
adoperato messaggi subliminali nel singolo “Better by you better than me”
scritta - nella versione originale - dai Spooky Tooth e da loro rielaborata.
Nella canzone, secondo l'accusa, sarebbe stato contenuto
l'imperativo “Do it” ( Fallo!), chiaro invito al suicidio; la corte, tuttavia,
affermò che quel comando sarebbe stato frutto di alcune parole del testo che si
sarebbero amalgamate con i suoni della melodia, prosciogliendo dall'accusa i
membri dei Judas Priest.
Una sorte analoga toccò anche ai Led Zeppelin con il
capolavoro famoso in tutto il mondo “Starway to Heaven”, ai Black Sabbath, ai
Pink Floyd, ai Queen ed ai Beatles; su questi ultimi verteva l'accusa di aver
inserito messaggi subliminali nel singolo “Revolution” pubblicato il 28 agosto
1968 e scritto dallo stesso John Lennon seppure, successivamente, sia stato
attribuito a Lennon-McCartney.
Per un lungo lasso di tempo si sostenne che l'inserimento
delle informazioni percepite dall'inconscio avvenisse mediante l'utilizzo del
Blackmasking, registratore a nastro prodotto da Sony che permetteva l'ascolto e
l'incisione invertita delle canzoni.
Per la maggior parte dei casi studiati ed analizzati è stata
provata che l'illusione uditiva attribuita ai messaggi nascosti fosse causata
dalla pareidolia acustica a livello subconscio.
Molti altri sottogeneri musicali vengono direttamente
associati alla propaganda di messaggi che inviterebbero a trasgredire le regole socialmente e
giuridicamente valide: molti sono gli studosi e i criminogi i quali ritengono che le mafie o le associazioni a
delinquere sfruttino il canale della musica per veicolare i propri codici e
trasmettere dei messaggi di esclusivo stampo criminale; è questo il caso di
moltissimi cantanti neomelodici coevi che, con i testi delle loro canzoni,
narrano di sparatorie, vite di noti personaggi legati alla mafia, morti, droga
e valori atti a un proselitismo alla criminalità.
Oltre ad alcune canzoni ascrivili al genere neomelodico vi è
un sottogenere musicale attualmente in voga tra i giovani: è questo il caso
della musica denominata “trap”, sottogenere dell'hip hop; esempi di devianza
appaiono strettamente connessi a questo genere musicale i cu testi dei singoli,
con toni di rabbia, parlano perlopiù della “vita di strada”, del disagio
sociale, della droga e dei crimini.
La musica, in questi termini, trova la propria
contrapposizione all'equilibrio sociale e all'accezione “divina” così com'è stata intesa dal filosofo Friedrich
Nitzsche e, ancor prima, da Platone che – sulla scia del pensiero di Pitagora e
Damone – riteneva che la musica dovesse mantenere sempre il proprio valore
educativo.
Tuttavia, studi scientifici, autorevoli e comprovati anche
dalle neuroscienze cognitive, affermano come la musica, basata su suoni
acustici ondulatori aventi una certa ampiezza e frequenza - dopo aver colpito
il timpano - sono in grado di suscitare un'emozione grazie al circuito
dopaminergico; per tali ragioni, sfruttando le frequenze da essa prodotte sulla
stimolazione delle aree del cervello adibite alle emozioni, essa può ritenersi
un'arma utile a combattere il fenomeno criminale poiché ha il potere di
“veicolare” gli stati d'animo dell'agente: a tal proposito, Sant'Agostino
affermava che l'arte dei suoni è strettamente correlata alla scala dei
sentimenti della nostra anima. * (giornalista free lance, cultrice di criminologia)